Architettura,
spazi e percezione il ruolo dell’architettura nella definizione di situazioni
ambientali e
percettive, vagamente definite con il termine di atmosfera
Anni fa Peter Zumthor, allora vicino
alla cinquantina ed architetto non ancora noto a livello internazionale, tenne
una conferenza notevole, basata su alcune delle sue opere prime ed articolata
secondo capitoli. Ogni capitolo conteneva un riferimento al suo vissuto, agli
spazi di cui aveva avuto esperienza e all’insieme di situazioni ambientali, in
breve all’atmosfera, che li definiva. Atmosfera, per l’appunto, un termine che nel
suo lavoro sarebbe in seguito diventato ricorrente. Zumthor raccontava delle
qualità percettive dei materiali, come il profumo e lo scricchiolio del legno
che rivestiva le pareti della casa di famiglia. Dell’ambiente creato dalla luce
all’interno di antichi fienili, tradotto poi in un’opera rivoluzionaria come i
Padiglioni degli scavi romani a Coira. Dei particolari di superfici, di arredi,
perfino di lampade e di grandi e piccoli oggetti che nel complesso davano
origine ad un complesso armonico ed una dimensione del tutto particolare, capace
di generare emozioni. Ed effettivamente una delle qualità principali
dell’architettura è la capacità di rendere tangibile ciò che immediatamente non
lo è. Di trasportare l’abitante o il frequentatore in una dimensione
differente, coinvolgendolo emotivamente prima ancora che intellettualmente. E
questa dimensione è sempre legata non semplicemente all’abitare, inteso come lo
stare in un luogo, ma anche e soprattutto alla vita e a tutto ciò che ci
circonda. Sono poche le opere che riescono in questo proposito, ma forse sono
proprio queste che possono sinceramente essere definite architettura.
Carlo Ezechieli
Carlo Ezechieli