In questo numero di IoArch, ho voluto mostrare alcuni dei lavori più avvincenti nel campo delle immagini architettoniche prodotte dall’Intelligenza Artificiale.
Già da poco più di vent’anni fa, con l’avvento dell’internet, il ruolo e la diffusione di immagini ha acquisito un’importanza fondamentale in ogni campo. I fotografi di architettura, fino ad allora una ristrettissima cerchia, sono diventati sempre più numerosi, non necessariamente più bravi, ma certamente più richiesti. In seguito, gli smartphone e la capacità di catturare e far circolare immagini ormai alla portata di ogni tasca, hanno scatenato una vera e propria inondazione. Oggi, con l’emergere dell’Intelligenza Artificiale questa ondata, già impressionante, sta diventando ancora più imponente, con effetti e ricadute sorprendenti. L’IA con programmi come Mid journey, funziona come una sorta di super assistente, capace in una manciata di secondi di tradurre in immagini, talvolta di ottimo livello, le indicazioni di testo di qualche architetto arrivando talvolta a sintesi imprevedibili. In questa evoluzione viene coinvolto, ed in parte stravolto, non solo il metodo di produzione di un progetto di architettura, ma pure il processo creativo, in un chiaroscuro di conseguenze per ora non decifrabili. Come architetto e curatore di una rivista di architettura, mi limiterò per il momento e considerarne gli aspetti positivi. Malgrado la produzione sia già strabordante ed i risultati sempre più tendenti all’omologazione -e questo paradossalmente porterà per reazione ad una rivalutazione di aspetti come identità, località e appartenenza - trovo questi sviluppi, per ora limitati alla produzione di immagini, affascinanti, se non, in rari casi, una fonte di ispirazione. Del resto, anche Giovan Battista Piranesi, artefice di immagini magnifiche sembra abbia costruito un’unica opera, per altro da molti considerata deludente. Ciononostante, i suoi disegni hanno ispirato, e tuttora ispirano, intere generazioni di architetti. Come pure è nota l’influenza delle immagini neofuturistiche di Archigram su opere come il Centro Pompidou di Parigi. In questo numero di IoArch, ho voluto pertanto mostrare alcuni dei lavori più avvincenti nel campo delle immagini architettoniche prodotte dall’Intelligenza Artificiale. Partendo dall’analisi e dalle ambientazioni hi-tech di Neil Leach, questa breve rassegna raccoglie le suggestioni raffinatamente ironiche di Jean Jacques Balzac, le immagini di ispirazione storicista di Qasim Irbal, le atmosfere surrealiste di Shail Patel, e l’espressione di un metodico straniamento compositivo nelle opere di Brian Kelly. Senza pretendere che queste siano eredi di Piranesi, spero che queste immagini possano essere fonte di ispirazione e di discussione anche per i nostri lettori. Gli architetti devono temerla? Come la massiccia ondata di globalizzazione di fine anni 1990 alimentata dall’azione combinata di internet e periodo post Guerra Fredda aveva infine rivalutato o scatenato localismi, paradossalmente anche l’identità e la dimensione umana delle cose diventano ancora più importanti. L’architettura diventa tanto più interessante quanto più è coinvolta con il luogo, e i luoghi e gli spazi non se ne vanno.

Carlo Ezechieli

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