Città sempre più grandi e inquinate: le
infrastrutture verdi come tema di architettura
Un termine fino a poco tempo fa assente
dal lessico comune sta oggi venendo alla ribalta: “Infrastruttura verde”. È uno slogan, suona bene e promette di
affermarsi come il prossimo tormentone, sulle frequenze dell’inarrestabile Green Biz. Ma prima che sia troppo tardi
e che questo termine finisca associato a un repertorio di disegni insulsi e
tendenzialmente lontani da qualsivoglia ragionevole obiettivo di innalzamento
di qualità architettonica, èutile comprenderne le ragioni e la sua reale e
fondamentale importanza. A partire dall’età industriale, soprattutto nella
seconda metà dell’800, la popolazione mondiale ha iniziato ad aumentare in modo
esponenziale, spostandosi dalla campagna nelle città: una tendenza ancora in
atto e che non dà cenno di rallentamento. Come logica conseguenza, le città
sono diventate sempre più grandi e soffocanti. A bilanciare questa situazione,
la presenza di “natura” assume per le città un ruolo cruciale: garantendo
servizi ecosistemici che migliorano la qualità dell’aria, dei suoli e delle
acque e tenendo sotto controllo inondazioni o accumuli di calore. Quando la natura viene “configurata” in modo
coerente e sistematico a tale scopo, viene definita una “Infrastruttura verde” (in
inglese GI, Green Infrastructure). Le
GI sono caratterizzate, oltre che dalla coerenza e dalla continuità del
sistema, dalla complementarietà tra la presenza del verde e un profilo
sostenibile di gestione del ciclo delle acque, fino ad essere spesso definite Green-Blue Infrastructure. Introdurre
verde e acqua nella nostra sfera quotidiana rappresenta una prospettiva
intrigante … e dilagante, al punto che si tende a dimenticare che, come
qualsiasi forma di vita domestica, anche la vegetazione richiede cura e
attenzione e pertanto comporta dei costi (che peraltro crescono
esponenzialmente all’aumentare del livello di astrazione dal contesto – i.e. il
suolo naturale - in cui le piante
naturalmente si sviluppano). Un autorevole studio americano del 2012 su un
campione di circa 500 città ha infatti dimostrato che, mentre quasi la metà dei
casi le GI hanno portato a risparmi economici evidenti - legati soprattutto
alla gestione delle acque ed alla riduzione dei costi di climatizzazione -
circa il 30% di esse ha provocato un aumento dei costi.
Indubbiamente la chiave è una progettazione correttamente impostata. Questo senza comunque trascurare che, secondo una convincente analisi di George Poulos, se compiere un dato tragitto in bicicletta costa al ciclista €1 e alla comunità costa €0.08, lo stesso percorso in automobile costa alla comunità €9.20: circa 115 volte tanto. Pertanto, se correttamente orientati, effetti connessi alla realizzazione di GI, come la riduzione del traffico veicolare privato, possono portare importanti benefici economici per ogni città. In sintesi le GI rappresentano, anche in termini architettonici, un potenziale impressionante di riqualificazione, e pertanto malgrado le crescenti e facili euforie, un tema e un’opportunità di importanza primaria.
Carlo Ezechieli
Indubbiamente la chiave è una progettazione correttamente impostata. Questo senza comunque trascurare che, secondo una convincente analisi di George Poulos, se compiere un dato tragitto in bicicletta costa al ciclista €1 e alla comunità costa €0.08, lo stesso percorso in automobile costa alla comunità €9.20: circa 115 volte tanto. Pertanto, se correttamente orientati, effetti connessi alla realizzazione di GI, come la riduzione del traffico veicolare privato, possono portare importanti benefici economici per ogni città. In sintesi le GI rappresentano, anche in termini architettonici, un potenziale impressionante di riqualificazione, e pertanto malgrado le crescenti e facili euforie, un tema e un’opportunità di importanza primaria.
Carlo Ezechieli