Quali sono i principi attuali, ma senza tempo, che improntano il progetto di architettura?
Secondo il concetto di “Tempo Profondo” - teorizzato verso la fine del 1700 dal geologo James Hutton - l’età della Terra, e dei luoghi, dipende da una serie di mutamenti la cui origine si perde negli abissi del tempo. Per la prima volta riemergeva l’antica consapevolezza che ciò che caratterizza la cosiddetta realtà si estende ad una profondità insondabile e - quale anima, o principio fondativo, del luogo - è, ad un primo sguardo, invisibile. L’architettura trasforma spazi e luoghi, e così facendo interviene su una rete di relazioni. Molte di queste non hanno nulla a che fare con la realtà fisica e – come nel concetto di Hutton - rappresentano una vera e propria “Materia Profonda” estesa ben oltre confini spaziali e temporali, su una scala per noi quasi incommensurabile. Questo ordine di considerazioni riguarda la nostra posizione di individui e di collettività rispetto ad un orizzonte molto più ampio. Coinvolge in modo immediato nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda. Ha implicazioni rilevanti rispetto alle tematiche di ordine ecologico, attualmente al centro del dibattito. Mentre oggi la maggior parte degli architetti si affanna alla ricerca, spesso sterile, di innovazione, di distinzione a tutti i costi, di nuove tecnologie “sostenibili”, viene spontanea una domanda: quali sono invece i principi attuali, ma senza tempo, che improntano il progetto di architettura?

Carlo Ezechieli

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