L’impeto della narrativa sui maestri e delle archistar ha finito per mettere in ombra altre figure di importanza cruciale anche se meno note. Maestri alternativi che oggi, complice la diffusione orizzontale di informazioni, vengono inaspettatamente riscoperti.
Le idee in architettura sono il risultato di influenze molteplici, di opere e dei loro autori. Talvolta, tuttavia, lo strapotere dei media – il grande fiume dove questa stessa rivista scorre - tende a convogliare l’attenzione su alcune figure lasciando altre, spesso meritevoli della medesima attenzione, ai margini. Voci non allineate, il più delle volte meno digeribili, spesso del tutto cruciali per molte regioni o nazioni, e tuttavia rimaste sempre ai margini della ribalta internazionale. Durante tutto il periodo del Moderno i maestri hanno affermato il loro marchio, orchestrando contemporaneamente I mezzi per gettare le loro alleanze. Altri, ugualmente validi, non hanno mai avuto un tale allineamento, né una tale influenza. Questi “maestri alternativi” sono ovviamente i nomi meno noti a livello internazionale e che oggi sembrano, inaspettatamente, riemergere. Solo per citarne alcuni: EladioDieste, maestro insuperabile delle strutture in mattoni a doppia curvatura e fino a pochi anni fa pressoché sconosciuto. SigurdLewerentz, rimasto sepolto per decenni dopo la catastrofica interruzione dell’incarico per lo Skogskyrkogården (patrimonio UNESCO dal 1994) e la conseguente rottura con il ben più influente, ma ben meno talentuoso, GunnarAsplund. Lo stesso Luis Barragàn, ormai santificato, ma per anni considerato con lo stesso distacco e sostanziale diffidenza che noi italiani riserviamo alla cucina esotica. Qualcosa è cambiato. Fino a qualche anno fa il modo in cui abbiamo imparato l’architettura e la sua storia era attraverso il grande racconto dei protagonisti. Con l’internet, non solamente abbiamo accesso all’informazione in modo più orizzontale, ma anche la possibilità di accedere ad alternative, stemperando sia l’impeto della narrativa sui maestri sia la presenza pervasiva delle archistar. E’ forse possibile l’accesso a nuove fonti di ispirazione, o finalmente riscoprire, come è stato per secoli, le persone, le loro opere e le radici culturali di un’architettura?

Carlo Ezechieli

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