I problemi ambientali non dipendono dalla
mancanza di tecnologie migliori, ma in una perdita di connessione profonda con
l’ambiente stesso. Per ristabilirla occorre una radicale conversione a livello
culturale: i tecnologi non sanno come farlo, gli architetti potenzialmente sì.
Le prime, diffuse, preoccupazioni circa
l’ambiente sono emerse negli anni 1970. Il rapporto Brundtland sullo “sviluppo
sostenibile”, che risale all’ormai lontano 1986, proponeva un concetto che ha
incominciato a diffondersi in architettura fin dall’inizio degli anni 1990. In
breve, i temi ambientali non sono cosa nuova ed è da almeno un ventennio che
scienziati e tecnologi hanno sviluppato e diffuso innumerevoli soluzioni,
definite come sostenibili. Ciononostante, le emissioni di CO2 e in generale, la
qualità dell’ambiente, peggiorano inesorabilmente, dovunque, perfino nei paesi
più consapevoli e attivi rispetto a queste problematiche. Stiamo assistendo ad
una evidente e sistemica mancanza di risultati, al punto che è logico supporre
che il problema non risieda tanto nella mancanza di tecnologie migliori, ma
nell’assenza di efficacia dei presupposti secondo i quali queste sono applicate.
Per capire come siamo arrivati a questo punto è necessario guardare al passato,
ed in particolare, alla base culturale e ideologica sulla quale si basa
l’organizzazione della nostra società. Per millenni il genere umano si è
ritenuto qualcosa di differente, se non di antagonista, rispetto l’ambiente non
modificato artificialmente che noi chiamiamo “natura”: un concetto di nostra
invenzione o meglio – ricorrendo ad una definizione di Yuval Noah Harari - una
Storia, che per un po’ ha funzionato a meraviglia. Ha portato il genere umano a
grandi passi in avanti, ma anche a perdere completamente il livello di
comprensione e connessione profonda con il sistema operativo del pianeta, molto
presente in tempi antichissimi e ancora viva nelle poche, superstiti,
popolazioni native. È pertanto normale, dato l’attuale livello di pressione alla
quale stiamo sottoponendo l’ambiente, che questa Storia - così radicata nella
nostra cultura, tanto installata nelle nostre menti da essere data per scontata
e così importante da essere alla base dello stesso concetto occidentale di
architettura - venga oggi messa sempre più in discussione. Per risolvere i
problemi ambientali all’origine di tante preoccupazioni, prima ancora di nuove
tecnologie, abbiamo bisogno di una nuova Storia, al passo con i tempi. E da
questo punto di vista perfino i finora inutilissimi filosofi, artisti e architetti
hanno un ruolo potenziale incredibile per costruirla.
Carlo Ezechieli
Carlo Ezechieli