Un’idea non ha materia, però dà forma alle cose. Come nasce un’idea di progetto, e come - in mezzo a mille difficoltà, inesorabili in un paese dove fare l’architetto è un lavoro difficile e tendenzialmente poco considerato – viene convertita in un’opera compiuta?
 


Un’idea non ha materia, però dà forma alle cose. È una sorta di inversione temporale che invece di passare dalla memoria di un’opera, alla sua immagine, segue una sequenza che va da un’immagine, spesso astratta, talvolta offuscata, ad un’opera compiuta. Le idee stanno dappertutto anche nelle cose più insignificanti. Alla base c’è sempre un innesco, un punto di riferimento il più delle volte nascosto, assume significato solo se colto da un occhio capace e valore solo se rivelato attraverso una narrazione, prendendo forma e materia. Ed è un dato di fatto che, senza un’idea di partenza, senza un principio, non è possibile sviluppare un alcun progetto, né in architettura né in nessun altro campo. L’idea in sé, tuttavia è una condizione necessaria, ma non sufficiente per arrivare a un’opera costruita che, per essere realizzata necessita di un armamento tecnico. Come diceva un amico e collega, parafrasando Frank Zappa: “Un progetto è come lo space shuttle, va tutto bene finché è in orbita, poi quando scende a terra si rompe inevitabilmente qualcosa, si brucia lo scudo termico, e c’è il rischio di finire inceneriti”. E qui si apre il tema del dialogo, ed in parte dell’antinomia, tra l’Archè, il principio, l’idea fondativa, e la Teknè, la tecnica, la componente materiale e realizzativa, dove la seconda diventa sempre più pericolosamente preponderante. Ma se le idee sono così importanti, come è così importante saperle cogliere, sviluppare, saperle trasformare in opere, qual’è il processo? Quali sono le caratteristiche? Quale, forse più che le sofisticate strategie, l’atteggiamento, che permette di fare fronte agli inevitabili ed innumerevoli intralci? I contributi raccolti in questo numero di IoArch, in particolare quelli di due protagonisti dell’architettura italiana di questi anni, si riferiscono proprio a questo. Ai principi, al modo in cui nasce un’idea di progetto, e alle condizioni che, malgrado mille difficoltà - inesorabili in una realtà come l’Italia, dove fare l’architetto è un lavoro difficile e tendenzialmente poco considerato – permettono di realizzare forme costruite, dense di significato.

Carlo Ezechieli

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