Enoughness un termine di cui sentiremo parlare sempre più spesso. Corrisponde ad un concetto emerso in campo scientifico e naturalistico che rivaluta il ruolo dell’esperienza rispetto all’accumulo. E come dimostrano secoli d’istoria, cosa più dell’architettura è capace di proporre un’esperienza diversa dei luoghi e dell’abitare?


Secondo la definizione di Cristina Mittermeier, biologa e star internazionale della fotografia naturalistica:“Enoughness (dall’inglese enough: abbastanza) è una condizione di completezza che deriva dal nostro rapporto con l’ambiente naturale anziché dai beni materiali; un senso di connessione alle nostre amicizie e alla nostra famiglia, alla nostra spiritualità e alla nostra cultura”. Racconta Mittermeier che l’ispirazione per questo concetto, difficile da tradurre in italiano e vagamente corrispondente al termine “essenzialità”, venne durante i suoi innumerevoli viaggi, incontrando popolazioni che nonostante fossero prive di ricchezza materiale, vivevano serenamente e felicemente, consapevoli di avere a disposizione tutto ciò che serve. Pensando alla società post-industriale odierna - immersa nel mito della moltiplicazione tecnologica, esponenziale e all’infinito, salvo poi simulare orientamenti ambientalisti - è difficile immaginarsi una condizione più distante da questi principi. Ed è un contesto dove nominare la parola “abbastanza”, se da un lato equivale a una blasfemia, dall’altro ha un certo potenziale sovversivo. Il tema, oggi rivoluzionario, non è infatti solamente rivalutare la razionalità rispetto a schemi dati per scontati, ma soprattutto riscoprire il valore dell’esperienza rispetto all’accumulo. Quest’ultimo è un atteggiamento che si manifesta con sempre maggiore evidenza in moltissimi campi. Trova espressione in cose che vanno dalla possibilità di disporre liberamente del proprio tempo alla capacità di soddisfare perfettamente ogni esigenza con i mezzi più appropriati. Coincide con la perfezione che deriva da equilibrati criteri di ottimizzazione, e probabilmente corrisponde all’ultima frontiera di un lusso immateriale. L’esperienza, che torna ad essere un tema centrale, corrisponde a concetti che trovano traduzione in vari ambiti disciplinari: cosa più dell’architettura permette di proporre e di costruire non solo atmosfere, ma soprattutto un’esperienza diversa dei luoghi e dell’abitare?

Carlo Ezechieli

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