TRIMBLE INNOVATION CENTER
TRIMBLE iNNOVATION CENTER
Monza-Brianza2020
Progetto architettonico: Carlo Ezechieli
Impianti meccanici: Antonio Somaini
Impianti elettrici: Daniele Fornè (ForgadSrl)
Foto: © Marcello Mariana
Monza-Brianza2020
Progetto architettonico: Carlo Ezechieli
Impianti meccanici: Antonio Somaini
Impianti elettrici: Daniele Fornè (ForgadSrl)
Foto: © Marcello Mariana
Già da decenni Trimble è leader nel campo delle tecnologie geospatial
applicate al settore delle costruzioni. Dopo l’acquisizione da Google del
popolare software di disegno 3D Sketchup, e da Frank Gehry Partners la celebre
società di sviluppo di software e hardware Gehry Technologies, Trimble sta
emergendo come azienda di riferimento anche nel campo dell’architettura. L’idea di un Innovation Center - e quello
italiano è il primo realizzato da Trimble a livello mondiale - nasce
dall’esigenza di uno spazio versatile dove illustrare in modo efficace il
funzionamento di sistemi sempre più evoluti, complessi e caratterizzati da una
fondamentale componente software. Partendo da queste premesse il progetto per
il Trimble Innovation Center vuole esprimere sia la cultura di questa realtà
aziendale, sia le caratteristiche di una contemporaneità dove alta tecnologia,
flessibilità e rapida alternanza di utilizzo – ai quali contribuiscono in modo
determinante sistemi e piattaforme informatiche - portano al concetto di
ambiente architettonico spazialmente fluido, funzionalmente ibrido e tipologicamente
neutrale. L’ispirazione deriva sia dalla qualità di contatto con l’esterno,
caratterizzato dalla presenza dominante del cielo e della luce, sia dalle
stesse tecnologie point cloud sviluppate dall’azienda: un reticolo digitale di
milioni di punti che permette di realizzare modelli interattivi in 3D di
oggetti e luoghi. Il risultato è uno spazio che tende allo stesso livello di
immaterialità ed adattabilità di un point cloud, con un’architettura fatta di
pochi elementi ed adattabile ad una vasta gamma di utilizzi e contenuti. L’Innovation
Center è un grande ambiente di lavoro, una sala per riunioni, un salone per ricevimenti,
ma anche un magazzino e un centro di prova di sistemi e strumentazioni, il
tutto secondo un principio di intrinseca e ampia molteplicità di utilizzo
espressa e condensata nella grande sala centrale: aperta sul paesaggio attraverso
le ampie finestre, e sul mondo tramite un grande schermo video. Anziché frammentare
la continuità dello spazio interno introducendo divisorie verticali, che
vengono ridotte al minimo, i vani vengono ricavati in orizzontale, tramite gli ampi
ripiani in legno di rovere, lo stesso materiale della pavimentazione. Questi
ultimi, oltre a definire un principio di circolazione interna e di rapporto visuale
con l’esterno, celano indispensabili vani ripostiglio. Il progetto è inteso
come una topografia introvertita ed uno spazio il cui carattere è fondato sulla
luce, sulla qualità dei materiali e sull’assenza virtuale di confini con lo
spazio esterno.